Durante la cerimonia lo smartphone è off limits, mentre all’uscita dalla chiesa o dal municipio, sei in zona photo-free. Niente cellulari sul tavolo e vietato postare qualsiasi foto senza il consenso degli sposi. Vediamo in dettaglio cosa prevede il bon ton da smartphone
L’ingresso della sposa in Chiesa è un must da avere nel cellulare di ogni invitato, peccato che molti pur di paparazzarla quasi ne intralcino il passaggio, calpestando i piedi degli invitati seduti accanto o peggio il velo della stessa, nell’intento di “immortalare” il momento. Per evitare figuracce viene in soccorso il “bon ton dello smartphone”, importante al pari di quello sul dress code e sul comportamento in genere. I social network fanno sempre più parte della nostra vita e, inevitabilmente, faranno parte anche del giorno delle nozze. A ogni matrimonio segue un reportage molto dettagliato sui vari social, quasi da far impallidire il fotografo ufficiale.
Non c’è nulla di male a voler immortale gli sposi e postare qualche “wedding selfie”, l’importante è non cadere nel cattivo gusto, seguendo una semplice regola valevole sia per gli sposi che per gli invitati: non esagerare. Oltre a queste regole dettate dal buon senso, vediamo in questa piccola guida cosa prevede il galateo riguardo l’uso dello smatphone. Vediamo allora quali sono i momenti in cui è concesso l’utilizzo dello smartphone e quelli invece in cui è assolutamente proibito. Samsung ha pensato bene di tracciare le 8 regole +2 dettate dal buon senso, per stilare una sorta di galateo dello smartphone ai matrimoni per evitare innanzitutto brutte occhiatacce da parte degli sposi (o peggio, dei loro genitori o dei parenti) e fughe di scatti inopportuni senza il consenso dei protagonisti della festa.
- Mai fare foto durante la cerimonia: c’è un fotografo (pagato) per questo. Tieni il telefonino ben riposto in borsa, rigorosamente in modalità ‘aereo’.
- L’uscita dalla chiesa o dal municipio: è la photo opportunity che tutti aspettano e dove è lecito scattare, perciò tutti gli occhi (e gli smartphone!) puntati sugli sposi.
- Mentre gli sposi sono impegnati nel cambio abito o nel reportage fotografico, il selfie tra amiche è d’obbligo per far vedere il look e la location ma, appena gli sposi fanno il loro ingresso, è buona educazione smettere con le chat selvagge e iniziare a socializzare.
- Sì, alla foto del lancio del bouquet; no invece a quello della giarrettiera o al taglio della cravatta, per evitare commenti ironici e a volte pesanti sui social.
- Smartphone sul tavolo durante il pranzo? Assolutamente vietato: uno scivolone di stile che non si può perdonare a un banchetto nuziale!
- Scatto libero invece per il taglio della torta, per ottenere foto uniche, da ogni angolazione.
- Selfie e groufie sono consentiti durante il party ma solo se la situazione si fa goliardica ed include sposi e testimoni, se invece si tratta di balli lenti e romantici è assolutamente vietato rovinare l’atmosfera.
- After-party: via libera allo scatto del momento più divertente della giornata ma evitate la condivisione…fino al mattino seguente, da sobri.
- Anche per i video valgono le stesse regole. Il migliore? Il super slow motion al lancio del riso o dei petali non appena finita la cerimonia.
- In nessun caso sono ammessi post sui social senza il consenso degli sposi, e prima che lo abbiano fatto loro!
Ricordiamo che durante il royal wedding di Meghan ed Henry fu bandito l’uso dello smartphone, così come al matrimonio di Francescco Carrozzini 35 anni e Bee Shaffer, figlia di Anna Wintour avvenuto il 7 luglio scorso a Bellford, Long Island, nella casa della direttrice di “Vogue America”.
Al contrario quello dei Ferragnez è stato così social da essere interamente pagato dai fornitori, così come quello di Filippa Lagerberck e Daniele Bossari, avvenuto praticamente in diretta sui social grazie ai post e ai selfie di amici e parenti, Royal wedding a parte e social wedding dall’altra, per tutti gli invitati ad un matrimonio di ‘very normal people’ nell’era 4.0, lo smartphone resta uno strumento di condivisione e gioia.
A patto di utilizzarlo con discrezione perché, a volte, sono proprio gli eccessi che rendono indispensabili regole e decaloghi