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Coronavirus: un abito da sposa donato alle donne che lottano in prima linea

Siamo in emergenza Coronavirus da troppi giorni ormai, stanchi di restare a casa rinchiusi e impotenti dinanzi a un nemico invisibile che ci sta portando via la nostra quotidianità; troppo spesso purtroppo, presi dall’angoscia e dallo sconforto, ci dimentichiamo di chi questa emergenza la sta combattendo in prima linea: il personale sanitario di tutto il mondo che ogni giorno rischia la vita per affrontare questa insidiosa minaccia. Pronovias invece non lo ha fatto, non ha dimenticato le donne che, come medici, infermiere e volontarie, si occupano dei malati negli ospedali ormai al collasso, che non perdono il coraggio e la forza per combattere con le unghie e con i denti questo maledetto virus e che, nonostante tutto, non perdono la voglia di sognare il loro grande giorno con la stessa speranza e lo stesso entusiasmo di prima.

Alessandra Rinaudo

Per loro, il gruppo capitanato dalla direttrice artistica italiana, Alessandra Rinaudo ha deciso di promuovere un’iniziativa senza precedenti che le premi per l’impegno e la dedizione che mettono ogni giorno nel loro lavoro, guerriere senza paura che in camice si battono per restituire al mondo la normalità di cui ha bisogno. È per loro che la stilista ha disegnato una collezione speciale già a partire dal nome, “Heroes Collection“: una selezione di abiti da sposa meravigliosi che verranno donati alle donne del personale ospedaliero che convoleranno a nozze una volta sconfitto il Coronavirus.

“È per me un onore mostrare il mio impegno e accrescere la consapevolezza nei confronti di queste donne che stanno facendo tutto il possibile per superare la pandemia. L’amore vince su tutto.” Queste le parole di Alessandra Rinaudo che ha definito l’esercito di camici “in rosa” : “Paladine inarrestabili nella loro battaglia per la cura dei malati.” 

Un’iniziativa quella del gruppo Pronovias che vuole celebrare il coraggio delle donne che lavorano in ospedale: dalle dottoresse alle infermiere e operatrici socio-sanitarie, fino alle addette alle pulizie, ristorazione, portineria e rapporti con il pubblico, nessuna esclusa, perché tutti noi italiani dobbiamo dir loro grazie per non aver abbandonato nessuno in un momento doloroso come questo. Grazie per aver messo da parte il loro ruolo di mogli, madri, figlie per trasformarsi in eroine coraggiose capaci di combattere per un popolo intero.